giovedì 20 maggio 2010

parole per tutti e per nessuno

Diglielo, che gli occhiali che indossi sono un regalo
che il suono del frigorifero in disavanzo termico non ti fa più paura da un pezzo
che sentire il rumore di una tosse secca e convulsa a volte ti fa interrogare sul sapore di tutti i respiri che spesso ti sei tenuto dentro
diglielo
che a startene per strada immobile prima che faccia scuro ti può colpire un refolo di caldo
una corrente del golfo aerea, arrivata chissà da dove, diglielo
che per essere snob con umiltà basta avere un minimo di autocoscienza e di autocritica
che la semplicità è una virtù e la complessità una condanna
che prima di affrontare un qualsiasi discorso uno dovrebbe verificare
che i rispettivi vocabolari mentali siano il pià possibile compatibili, diglielo che ogni notte fai un sogno
un sogno che rispetta le unità aristoteliche di confusione, inquietudine e sorpesa
e al risveglio ti ricordi i particolari più insignificanti, come quando hai rubato i porta-locandine dei giornali
che espongono le edicole.
una volta una aveva chiuso per cambio di gestione
sono rimaste fuori le notizie per giorni e giorni
e a passarci davanti avevo sempre 20 secondi di sorpresa
e poi realizzavo
che erano roba già successa, e il fatto che la trovassi esposta ogni giorno
di certo non li rendeva fatti nuovi. diglielo che aveva ragione Prevert
che i misantropi in realtà odiano una persona sola, loro stessi
che nelle tue foto, grazie al cross-processing, tutte le ombre sono nere
tutte le luci sono bianche che i neonati riescono a strillare per giorni interi
perchè respirano di diaframma diglielo che "dettaglio" non è sinonimo di "superfluo"
che etimologicamente parlando una crisi non è un momento di disperazione
ma una fase di analisi
giudizio
critica
diglielo
che vuoi vederla illuminata dalla luce di un falò estivo
le fiamme a separarvi
riscaldarvi
nascondervi e mostrarvi

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