domenica 24 luglio 2011

Se andate in due direzioni opposte vi incontrate di sicuro, se andate dalla stessa parte non è detto



Si, quando vedo questo giardino mi viene sempre in mente di disegnartici in mezzo. Da piccolo sarei stato contento di vedere che gli alberi crescendo hanno formato una specie di soffitto, a guardarlo dal basso una tessera di bosco. E adesso c’è questa veranda e io me ne sto seduto come davanti a un film sulla mia infanzia. Tre settimane che non tornavo, ogni volta piccole differenze, il piano di sotto imbiancato e la parete del pianoforte talmente candida e vuota d’altro che disorienta, con l’ombra di una lampada spoglia che è una gabbia dell’ennesimo quadro di Magritte, e suonarlo, il pianoforte, che adesso ha tutta un’altra giustificazione e segreto, e un’interlocutrice assorta, e assente. “Nei giorni in cui piove col sole le volpi celebrano i loro matrimoni, e bisogna stare molto attenti a non incontrarle” ogni storia nasce da una disobbedienza, è un principio fisso, disobbedire genera storie che si espandono, e rompono le forme in cui le regole le avrebbero altrimenti relegate. Sartre sta parlando dell’importanza delle storie nella nostra vita. Del fatto che spesso quando viviamo, lo facciamo in funzione di quello che poi racconteremo. E che poi o si vive, o si racconta, sono due atti separati. E allora pensavo che sono un po’ tagliato fuori da questo meccanismo visto che non so neanche spiegare le regole di un gioco per bambini, o descrivere in modo lineare la trama di un film. E allora devo far attenzione a non confondere la mia vita con la mia storia. Certe esperienze vanno vissute per se stessi, o per essere raccontate, visto che quello che rimane poi, è solo una narrazione? E cosa c’è da raccontare di noi, di enormi presenti sospesi, a sciogliersi insieme come parole bagnate, a fluire da una stanza all’altra come in uno dei miei racconti senza svolgimento? L’altra notte la luna era una fetta di limone su un calice di montagne e tu l’avresti capito subito. E allora mi manchi.