domenica 13 dicembre 2009

Ti piace vincere facile


C'è sto tipo al bar che stamattina viene al bar e si compra il suo bel gratteavinci miliardario ti piace vincere facile bon shi bon shi bonbonbon, esce fuori che ha vinto 500€. Non pù ritirarli subito che il bar ha aperto da poco "passa a ritirarli stasera che il bar ha aperto da poco" e allora lui passa a ritirarli la sera che il bar è aperto da molto. Cioè poteva passare anche il pomeriggio ma voleva essere proprio sicuro che i soldi ci fossero quindo passa proprio la sera. Gli convalidano il biglietto ed esce fuori che ha vinto solo 10 €, diecieuro afferma imperterrita una ricevuta nero su bianco fresca di stampa. Insomma si finisce per controllare dov'è l'inghippo, si gratta tutto il grattabile ed esce fuori che il SEI vincente in realtà era solo una parte di un incompleto anonimo e inutile VENTISEI, niente di eccezionale insomma, e pensare che i soldi erano li pronti davanti a lui che ce li aveva quasi in tasca, praticamente nel portafogli, concettualmente negli occhi, ventisei:niente soldi insomma, e si torna a casa, finita la storia. Io però ho continuato a pensarci, mi son detto chissà sto tipo come avrà vissuto questa giornata in attesa del premio conclusivo. L'ho visto tornare a casa sorridendo per strada a ogni singolo sconosciuto (compresa la sua immagine riflessa nei vari finestrini automobilistici e non), l'ho visto ringraziare dentro di se ogni gesto che quella mattina l'aveva portato in quel bar, a quell'ora, a quel grattaevinci, l'ho visto essere contento di se stesso per la scelta fatta, l'ho visto buttare via il vecchio televisore a tubo catodico coi colori sballati tendenti al grigio-rossastro, l'ho visto entrare in un negozio e uscire con un paio di scarpe nuove di vernice che aveva sempre desiderato.. ho visto tutto questo e infine ho visto i suoi occhi davanti ai solti: ventisei e si torna a casa, è finita la storia..

Ora mi sa che qualcuno tipo Kant diceva che vediamo il mondo "categorizzato" dalla nostra mente e questo potrebbe spiegare attraverso un complesso ragionamento coaudivato da cenni di linguistica formale (evviva i salti intuitivi) il motivo per cui ogni cosa diventa una metafora, ogni storia ne rimanda simbolicamente a un altra, sarà per l'essenza stessa delle parole,sarà per l'essenza stessa della realtà o semplicemente dalla struttura della nostra mente purtuttavia dev'esserci un motivo per cui tiro lo sciacquone del bagno e ci vedo una metafora, racconto una storia e ci vedo una metafora,che è poi una metafora sulle aspettative, sulle mie di aspettative..

E così ci ho visto un po' di più in quella storia, ci ho visto i lati positivi. ci ho visto la giornata ottimista, le scarpe nuove, il televisore coi colori sballati che non mi imbambolerò più a guardare, insofferente e senza alternative, e ho pensato che una volta visto il SEI anche io ho avuto paura di grattare via il resto e almeno ci ho guadagnato una giornata come quella che una giornata come quella serviva davvero.
C'è solo una cosa che non torna, che scombina l'analogia metaforica, il tipo ha vinto 10€ e con quelli ha continuato a giocare...

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