venerdì 18 giugno 2010

Periodo Blu















Un giorno al risveglio vorrei ritrovarmi sdraiato su una panchina
Ai bordi di una piazza, in una città che non conosco
Destato da parole nuove di una lingua che non capisco
Che anche guardare il cielo deve essere diverso. Nuovo.
Straniero
Dietro al collo una sciarpa arrotolata, e un profumo
Sorridere fra rivoli d’acqua gelata osservando un volto riflesso nella vecchia fontana.
Aspettarsi il proprio nome in tasca, trovarci un foglio accartocciato
Gettarlo via.

C’era odore di polline e di terra, ovunque.
E quando senti un odore ovunque forse l’odore è nel tuo naso
O forse è davvero ovunque.
Nella pioggia.

Forse il periodo blu di Picasso era l’esternazione di uno stato mentale
Forse non aveva abbastanza soldi per permettersi anche gli altri
Forse il blu era il colore più economico
Forse l’unico ad essergli avanzato dal periodo precedente.
Forse solo nei libri c’è differenza fra SCELTA e NECESSITÀ

Per come la vedo io
Autoconvinzione è un sinonimo di Selezione
Non c’è mai un unico motivo, un unico punto di vista, un'unica ragione
un unico stato mentale, un unico nome, un'unica sensazione
Però a volte c’è bisogno di ordine.
Di univocabilità
Perché se anche da lontano le immagini delle tv sono fluide
A guardarle da vicino percepisci i singoli colori

Per come la vedo io non esistono discorsi “in generale”
Esiste solo una raccolta di casi particolari
E non esistono che due pronomi personali
“IO” e “TU”
Il resto è solo un’astrazione dietro cui ripararsi
Per comodità
Roba da “mondo delle idee”, roba anticomunicativa

Per come la vedo io se un mondo arriva a rinnegare le sue stesse parole
Vuol dire che sotto la superficie è immenso
Abbastanza.

Nessun commento: