giovedì 2 dicembre 2010

Volontà generale

Voglio trovare quel libro in cui si spiegava che i moti studenteschi ’68 erano stati strumentalizzati dal sistema economico-commerciale per distruggere i vecchi valori come la famiglia patriarcale e permettere il dilagare del consumismo, “babbo non rompere il cazzo e comprami questa Playstation”, che da 40 anni ancora aspettiamo questi benedetti nuovi valori, a cacciare il vuoto apatico solidificato. Voglio leggere l’articolo di Pasolini in cui si parla del capovolgimento nella lotta fra studenti (figli della borghesia) e polizia (figli del proletariato). Voglio la confutazione dei luoghi comuni, e non vedere bottiglie di vino e gente ubriaca alle manifestazioni. Voglio veder gente urlare col sorriso, non con violenza. Voglio gli studenti veri a manifestare, e gli altri a casa a recuperare il tempo perso. Voglio sapere quanti di quelli che occupano invocando il diritto allo studio, lo portino anche avanti come un dovere, applicandosi quotidianamente con costanza e consapevolezza dell’importanza sociale del loro gesto. Voglio un sociologo che mi spieghi la sociologia della folla, e se l’ebbrezza nel gesto di occupare i binari o qualsiasi blocco pubblico sia più dovuta a un senso di partecipazione politica fraterna o alla semplice violazione della legalità protetta dalla forza del numero. Voglio capire ingenuamente qual è il modo appropriato per cambiare la situazione. Voglio investimenti all’università e alla ricerca , e una riforma totale del sistema scolastico dalla base, rimuovendo dagli obiettivi quello di “parcheggio a tempo indeterminato” e aggiungendo l’anti-lobotomizzazione e risveglio della consapevolezza individuale e del pensiero consapevole, anche se l’ignoranza fa bene al commercio, e la con la manodopera meno qualificata si risparmia. 





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