venerdì 20 agosto 2010

Svuotare i cassetti per combattere la polvere



Il commesso del locale notturno era senza voce,  signori una matita ce l’avete? non mi risulta che abbiate l’esigenza di sedervi e andar via, questo è il sistema, degli alberi lontani intonano l’aria del minatore, le novità, “eccole” il giornale è steso sul tavolo, capovolto. Alle lampadine fulminate è concesso qualche secondo di esplosione controllata prima di congedarsi, noi poi rimaniamo indecisi sulla giusta posizione dell’interruttore nell’impossibilità di valutare un’azione fino al momento in cui non si verifichi una qualche reazione. All’ultima bottiglia raccontava di aver conosciuto persone che si nutrivano solo di cibo non cotto, popolazioni che discorrevano utilizzando esclusivamente proposizioni semplici scandite da silenzi sincronizzati, tipi bizzarri capaci di innamorarsi solo di chi gli passava davanti e altri capaci di  scrivere solo quando si trovavano una penna in mano. “Se si ignora l’oggetto della ricerca ogni azione rimane fine a se stessa, ogni identità si perde nella propria doverosa idiozia”  il sudore e la forza di volontà un bel giorno decisero di prendersela con l’insoddisfazione, semplicemente per trovare un nemico comune e infine incendiarono nell’indifferenza al termine di quella giornata spesso inutile, trascorsa a fronteggiare lo sporco e l’inerzia, di sedia in sedia, di torpore in vuoto, chiudersi in un barattolo dipinto con un ricordo d’infanzia in modo che donandolo si condivida la propria essenza. Questo locale è adibito alla lettura distratta, noi ci teniamo i ventilatori spenti per ascoltare i discorsi dei terrazzi mentre ci passiamo il pollice avanti e indietro sulle labbra per supplicare la mancanza di un contatto, per condannare l’ambiguità della distanza. La prossima volta quando trovi una freccia, invece di seguirla cancellala, il ruolo di certe indicazioni precise non è stato ancora comprovato dai migliori dermatologi. C’è un processo sociale per cui quando uno trova qualcosa che sembra andar bene per se, allora pretende che vada bene anche agli altri. Tenetevi i vostri amati pantaloni a tre quarti, se e quando vorrò troverò un modo per tagliarli, e saranno della mia misura, non tutti hanno le caviglie adatte, io per esempio uso gli occhiali da sole solamente per guidare perché mi mancano le mattine dei risvegli, a correre di fuori con gli occhi impastati, negli attimi in cui ci si abitua alla luce e tutto è sottoesposto. La profondità va coltivata in silenzio,di notte, magari un giorno poi inviti qualcuno a scendere, quando il rischio frane è sotto-controllo, magari gli fai indossare un paio d’occhiali da sole, per protezione, per la TUA protezione, i muri fatti solo da sassi grandi non reggono, in mezzo devi farci scivolare i pezzi più piccoli, niente cemento, i muri sono pregiudizi momentanei. Chi ha detto che stava cercando? Potrebbe sottolineare il suo nome sull’elenco telefonico così sarà più semplice ritrovarsi alla fine della chiamata? È inutile che soffi sulle margherite, i petali non volano via, forse un paio, per compiacenza, contali.

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