domenica 12 settembre 2010

A lungo mi coricai (non) di buon ora.

ohi. sempre qui a parlare di Proust, l'avessi letto almeno. e invece continui a citarlo. a volte il medium parola crolla. decisamente sconfitto dall'inesattezza delle congiunture condizionali. per stare tranquillo mantieniti sulla corsia esterna di una rotonda. sono situazioni cosi drastiche. rotture improvvise nell'ordine del traffico urbano. accadono ogni giorno mentre noi fissiamo beati la marmitta del nostro predecessore. ad altri. sono triste anche quando ho ragione. scrivi un bel discorso di trenta righe ma ricordati di non nominare, neanche da lontano, la parola "disfatta". non dovresti neanche pensarla. se neanche la pensi è decisamente perfetto. potrei anche esserne fiero. Freud avrebbe imbastito tutto un suo ragionamento sul funzionamento dei meccanismi di rimozione. Se servisse a scrivere un bellissimo libro giallo bacerei un cavallo. nella lezione di oggi impareremo a parlare di altro, continuando a parlare di ciò di cui tendenzialmente sentivamo il bisogno di parlare che in realtà alla luce di un ragionamento trasparentemente oculato si dimostra diverso di molto dall' "altro" sopracitato. come fare un dipinto sul breccino. no è una bella immagine ma non centra nulla. come fare un dipinto con dei ramoscelli su un foglio d'erba. foglio d'erba potevi anche risparmiartela. verde su verde poi. neanche si vedrebbe nulla. adesso compilo un modulo protocollato da consegnare all'ufficio reclami. ci scrivo giusto "perchè?" la sceneggiatura è stata gentilmente offerta da un certo Fellini. cancellate la parola "frustrato" dalla vostra mente. è solo un lapsus di minuti.

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