Aspettavamo l'alba, divorati dai batteri
le ciabatte appese a qualche albero
la bottiglia d'acqua nascosta in mezzo ai libri
solo per non essere invadente
solo per manifestarsi in un atto indistinto
come le striature di una bolla di sapone
nuotano fluide, accogliendosi e mescolandosi
come le screpolature nella terra arida
semplicemente più lente
eternamente più lente
il muco a ingolfarci i pensieri
la febbre a impazzirli
la notte a diradarli
nel lavandino ci finivano le idee incomplete
frustrazioni inespresse
mentre i ragni ne scalavano il fondo
in scivoli ennesimi
gli starnuti incitavano ottime idee
a schiantarsi contro le pareti
e nessuno riusciva a superare il terzo sbadiglio
il termometro in tasca ci serviva
a misurare il calore di ogni indirizzo frainteso
chiudere la porta a chiave non ha mai avuto gran senso
che per accorgersi che è chiusa bisogna comunque provare
e allora tanto che sei li, qualche altro modo per entrare lo trovi.
una porta chiusa a chiave ripara solo da quelli che sbagliano casa
e impedisce di uscire alle anime sonnambule
erano appena frasi farfugliate braccate dal senso
di insondabile inadeguatezza che ad uscire
rotolavano lungo pareti infette
e in fiamme
le lucciole mimavano una via lattea lampeggiante ad altezza uomo
devi vedere le coreografie del 6 luglio
e poi semplicemente cullarti
che a volte disegnano immagini semplici
e non c'è nulla da indagare
lasciarsi incantare
appena.
3 commenti:
Semplicemente bellissima.
ee grazie :)
era tutto un discorso molto poetico per dire che avevo la febbre!
Ma dai!E'incredibile!Non l'avrei mai immaginato.Un po'colpa della forza delle tue immagini.Doppiamente bravo :)
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